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Rischio sismico

Classificazione sismica della Regione Toscana

La sismicità, è una caratteristica fisica del territorio, al pari del clima, dei rilievi montuosi e dei corsi d’acqua, e conoscendo la frequenza di un evento sismico, associata all’energia rilasciata, è possibile definire la pericolosità sismica di tale territorio, attribuendogli un valore di probabilità nell’unità di tempo del verificarsi di un nuovo accadimento. Quindi un territorio avrà una pericolosità sismica tanto più elevata quanto più probabile sarà, a parità di intervallo di tempo considerato, il verificarsi di un terremoto di una certa magnitudo. Al contempo si definisce come vulnerabilità sismica del territorio l’insieme dei fattori che comportano il verificarsi di potenziali danni più o meno rilevanti alle persone e alle cose. In particolare, quando si parla di vulnerabilità di edifici ed infrastrutture si intende la predisposizione di una costruzione ad essere danneggiata da una scossa sismica; quanto più un edificio è vulnerabile (per tipologia, progettazione inadeguata, modalità di costruzione, scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze che ci dobbiamo aspettare in seguito alle oscillazioni a cui la struttura viene sottoposta. Infine, la maggiore o minore presenza di beni a rischio e la conseguente possibilità di subire un danno (economico, in vite umane, ai beni culturali, ecc…) viene definita esposizione.
Sulla base dell’analisi di pericolosità, l’intero territorio comunale è stato inserito, dal Servizio Sismico della Regione Toscana, in “zona sismica 3” così come riportato nella mappa di sintesi.
In sintesi, si suppone che l’intero territorio in oggetto abbia una scarsa probabilità di eventi sismici ad elevata magnitudo e conseguentemente una scarsa possibilità che si rilevino elevati danni alle persone e alle strutture, o per meglio dire si stima un tempo di ritorno molto elevato per terremoti disastrosi.
Va evidenziato che si tratta di analisi probabilistiche che non escludono la possibilità che si verifichi un terremoto distruttivo nel breve periodo. L’esperienza negativa del terremoto dell’Emilia Romagna ne è testimonianza. Pertanto, all’interno del Piano, il rischio sismico è stato trattato come rischio potenziale prevalente con tutte le azioni che ne conseguono, come ad esempio l’individuazione di aree e strutture antisismiche per la gestione dell’emergenza.

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